le sfide del Sudafrica


Nonostante le ferite del passato e i gravi problemi che si prospettano per il prossimo futuro, oggi il Sudafrica è un Paese molto più ottimista e rilassato rispetto a quanto non fosse dieci anni fa. Benché sia molto meno amato dalla base dell’ANC rispetto al venerato “Madiba” (Mandela), Mbeki ha dimostrato di essere uno statista competente, capace di mantenere la supremazia politica isolando o cooptando a seconda dei casi i partiti d’opposizione.
Le elezioni nazionali del 2004 sono state vinte nettamente dall’ANC, che ha ottenuto il 70% dei voti e, guidato da Mbeki.
In ogni caso, quella vissuta dal Sudafrica non è stata una transizione tranquilla. Infatti, nel periodo iniziale della sua presidenza l’ostinato rifiuto di Mbeki di riconoscere la gravità del problema dell’HIV/AIDS ha provocato aspre critiche da parte della comunità internazionale.
Nel 2009 con la vincita ancora una volta dell’ANC alle elezioni, Mbeki ha annunciato il suo ritiro e ha passato le redini al nuovo e attuale presidente nero Jacob Zuma.
L’attenzione in questi anni si è concentrata principalmente sulla criminalità, sulle diseguaglianze economiche, sulla modernizzazione del sistema scolastico e, soprattutto, sul contenimento dell’AIDS. Se si considera che, secondo le stime, 4,5 milioni di Sudafricani sono affetti da questa terribile malattia (l’incidenza in Sudafrica è superiore a quella di qualunque altro Paese del mondo), la questione dell’AIDS rischia di far passare in secondo piano gli altri problemi del Paese.
Gli sforzi compiuti negli ultimi anni dalle organizzazioni non governative e dagli attivisti che aiutano il Paese nella lotta contro l’AIDS sono stati diretti soprattutto a indurre il governo a rendere reperibili i farmaci retro virali a tutti i malati e a intervenire per ridurre l’emarginazione sociale che accompagna la malattia. Nonostante i grandi progressi compiuti (in molte province le cure sono oggi facilmente reperibili) resta ancora molto da fare, sia per garantire che le cure raggiungano effettivamente tutti coloro che ne hanno bisogno (specialmente i bambini) sia per ridurre il tasso di infezione, ancora molto preoccupante.
Immense sono le sfide, immense sono le potenzialità. Il Sudafrica è una potenza regionale. Rappresenta, per centinaia di milioni di africani, un esempio, un modello e soprattutto un faro di speranza.
Un altro anno cruciale è stato il 2010, quando il Sudafrica, prima nazione africana della Storia, ha ospitato i Mondiali di calcio: il Paese si è dimostrato all’altezza e pronto per organizzare un evento internazionale di enorme portata e dimostrare al mondo intero il proprio valore.
Il suo PIL è il maggiore del continente. Le sue università sono le migliori d’Africa, le sue imprese tra le più dinamiche e competitive. La sua classe politica è relativamente capace, i suoi cittadini sono persone straordinarie. Può contare su un immenso patrimonio naturale, umano, economico, tecnologico e culturale. Su artisti, studiosi e scienziati di fama internazionale. Su una tradizione democratica giovane ma solida.
Può contare, soprattutto, sul suo eccezionale passato. Perché una Nazione è la sua storia. Il Sudafrica deve trarre insegnamento dalle sue sconfitte, orgoglio dalle sue vittorie, conforto e ispirazione da coloro che, a costo di sforzi sovraumani, l’hanno reso un posto migliore. Senza dimenticare mai l’insegnamento di Nelson Rolihlahla Mandela: “Non c’è nessuna strada facile per la libertà”.